Consigli per leggere le poesie


Certo, se uno vede un libro di poesie con l'introduzione di Eugenio Montale, sarà più portato ad aprirlo e a guardarlo. L’autorità del nome famoso impone il peso della lettura. Ma è questa la trappola, l'imposizione sociale delle parole e dei nomi. Per chi scrive il problema è soprattutto quello di avere fiducia nelle parole: senza sperare in appoggi esterni.
Aver fiducia nelle parole senza autorità ln fondo, non c'e contentezza nello scrivere senza quella fiducia un po' folle che le parole arrivino comunque a qualcuno (chissà dove, chissà quando). La poesia è l'arte delle parole che trovano una strada solo per effetto dei loro ritmi e della loro grazia. In realtà le poesie si leggono molto meglio se nessuno ce le impone. Così succede anche con le canzoni che ci sorprendono con un ritmo, una melodia. In questo caso, qualcuno torna a casa e cerca di riprodurre quella melodia con la chitarra, col pianoforte o con la voce. È così che ci si avvicina alla musica, ma è anche così che ci si avvicina alla poesia. Perché prima dell'autore, viene la musica, e prima del nome del poeta viene la poesia. Non si può amare una musica per obbligo. Non ci si può avvicinare a una poesia per dovere.
Chi non ama la poesia è meglio che non la legga. Come la musica, anche la poesia è già un alfabeto, che non dipende da questo o quell'autore. Un autore ci può piacere più d'un altro, ma alla fine c'è sempre una pratica comune a cui si fa riferimento, come nella musica. Questa pratica è l'apprendimento a sentire i ritmi e la musica delle parole come un tramite tra noi e gli altri. Quel che conta è l'abitudine di leggere poesie, antiche o moderne, celebri o sconosciute. Quello che conta è riuscire ad avvicinarsi alla tradizione della poesia. Chi si avvicina alla musica,deve imparare l’uso di uno strumento, imparare a riconoscere le note, le chiavi, le tonalità. Lo stesso per la poesia. Da dove si comincia? Semplicemente dal leggere ad alta voce, per vedere in che modo le parole fanno effetto, non solo su di noi, ma anche sugli altri. Come quando suoniamo una musica, gli altri diventano una cassa di risonanza di quello che suoniamo. Così nella lettura ad alta voce gli altri diventano una cassa di risonanza delle parole che leggiamo. In questo caso i discorsi critici non servono a niente, anzi diventano spesso un ingombro. Da dove si comincia? Semplicemente dal leggere ad alta voce, per vedere in che modo le parole fanno effetto, non solo su di noi, ma anche sugli altri. Come quando suoniamo una musica, gli altri diventano una cassa di risonanza di quello che suoniamo. Così nella lettura ad alta voce gli altri diventano una cassa di risonanza delle parole che leggiamo. In questo caso i discorsi critici non servono a niente, anzi diventano spesso un ingombro.
C'è una differenza tra la poesia moderna e la poesia tradizionale, la quale è basata su metri canonici, e su una lingua diversa da quella quotidiana (ad esempio in Dante, Petrarca). Invece la poesia moderna cerca di adottare i ritmi quotidiani della lingua, e il canone metrico viene continuamente reinventato con alfabeti diversi. Ma in ogni caso, per sentire questi ritmi, occorre avere nell'orecchio le tendenze metriche della lingua (gli endecasillabi, i settenari o i vari usi delle rime, delle ripetizioni). Come nella musica, se uno non ha nell'orecchio il sistema armonico tradizionale, non può apprezzare le variazioni della musica moderna. Quando uno comincia a entrare in sintonia con gli alfabeti poetici, leggere poesie diventa un'abitudine e un'emozione. Si potrebbe avviare questa abitudine con esercizi molto semplici. Ad esempio proponendo un certo numero di poesie antiche e moderne, da leggere insieme ad altri. Non per dovere, ma per esercitare l'orecchio. Poi per trovare il proprio modo di lettura, l'intonazione della propria voce: sentire come si adatta a ritmi e toni di poesie molto diverse. E infine per ascoltare le parole che ci arrivano senza nessuna garanzia d'autorità, senza nessuno di quei "messaggi" che spiegano il mondo, ma non hanno sapore -
Gianni Celati

Bisaccia 22-23 maggio 2000

Tratto da ALTOFRAGILE
rivista di poesia a cura di Franco Arminio
email:
farminio@tiscalinet.it


4 librettini di poesie e disegni a cura di Fabio Molari e Gianfranco Zavalloni

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