Mario Lodi, maestro della Repubblica Italia


In Italia, chi ha a che fare con la scuola non può non fare i conti con Mario Lodi e i suoi 90 anni. Ciò significa che, esclusi i periodi di formazione (l’infanzia e la giovinezza), Mario Lodi accompagna la scuola d’Italia da circa 70 anni. È la scuola nata dopo l’esperienza del “regime”, che pretendeva dagli insegnanti il giuramento al Re e al Duce. La scuola che aveva il libro di testo unico: sfogliare oggi quei testi ci si rende conto come tutto mirava alla esaltazione del fascismo e come l’apologia sfociava poi nel ridicolo. La scuola che pretendeva tutte quelle azioni propedeutiche alla guerra (il sabato fascista, i balilla, la GIL, gioventù italiana del littorio..). Lodi, cresciuto da bambino in quel clima, è invece della generazione dei maestri del secondo dopoguerra. La generazione di maestri come don Milani, Alberto Manzi, Loris Malaguzzi, Gianni Rodari, Maria Maltoni, Margherita Zoebli, Federico Moroni e naturalmente delle migliaia di maestre e di maestri “ignoti”. Sono loro che inventano giorno dopo giorno la scuola democratica della repubblica italiana.  Siamo tutti debitori - quindi - a Mario Lodi, che il 17 febbraio 2012 soffia su 90 candeline. 
E voglio dire grazie a Mario per la responsabilità che si è assunto e che ha saputo condividere.
Cito solo alcuni passaggi del suo “fare il maestro” che ritengo significativi:

Padre della Costituzione - Generalmente noi definiamo “padri della costituzione” coloro che, facendo parte della assemblea costituente, hanno steso tutti gli articoli della costituzione italiana. Ma credo siano padri della costituzione anche coloro che hanno sperimentato, coi bimbi e le bimbe, la capacità di condividere regole comuni e l’assunzione di impegni e responsabilità. La costituzione non la si impara solo da adulti, quando se ne capiscono intellettualmente tutti gli articoli. La costituzione la si vive fin da piccoli, nella comunità di cui facciamo parte. La costituzione è per bimbi e bimbe anche nel loro modo di giocare e di studiare.  

Promotore di movimento - “Nessuno nasce imparato”… espressione non corretta dal punto di vista grammaticale, ma che esprime molto bene l’atteggiamento da tenere nei confronti di qualsiasi mestiere. Essere e fare i maestri dopo un ventennio di regime non era facile. Mario ha capito che non poteva essere un mestiere “solitario”, da vivere in “isolamento”. E così, ispirato anche da Celestino Freinet, ha contribuito alla nascita del Movimento di Cooperazione Educativa. Una delle associazioni in cui gli insegnanti si confrontano, fanno ricerca, crescono insieme. Quando Mario Lodi era segretario nazionale dell’MCE si raggiunse il massimo dei suoi iscritti, circa 6.000. Per un insegnante, condividere insieme ai colleghi le ansie, le difficoltà e i sogni è - direi - vitale.  

Vivere in comunità - Per Mario Lodi la classe non è un luogo in cui il maestro va per trasmettere il suo sapere agli allievi. La concezione dell’uomo che ha Mario Lodi è quella “mutualistica”, quella “cooperativa”. Si impara insieme, si fa ricerca, si vive in comunità. La scuola diviene allora un laboratorio in cui la comunità collabora e dove ognuno mette la sua parte, assumendosi le proprie responsabilità. 

Documentare, stampare e divulgare - Uno degli aspetti significativi della “ritrovata libertà”, su ispirazione di Freinet, è la tipografia a scuola. I ragazzi di Vho (dove Lodi ha trascorso la maggior parte del suo periodo da maestro) imparano insieme a lui a produrre testi poetici, ricerche, articoli, lettere. Dall’altra parte degli Appennini, nello stesso periodo, anche i ragazzi di Barbiana sperimentano questa avventura, che è ,prima di tutto “dominare la parola”. Ma non solo. Questa conquistata libertà anche da parte degli studenti, si trasforma in “documentazione” condivisa. È così che oggi, grazie anche alla sensibilità di editori come Einaudi, della esperienza di “Mario Lodi maestro” noi possediamo un ampio scaffale di libri, ricerche e mostre. Materiali che generalmente le nostre scuole perdono ma che Lodi, invece, ha saputo valorizzare e divulgare.
Grazie Mario e soprattutto “buon compleanno!”. - Gianfranco Zavalloni

Cesena febbrio 2012

 

da una lettera che Mario mi ha inviato venerdì 30 agosto 2000 ore 21:20:48
From: "Casa delle arti e del gioco"

Caro Zavalloni, ho visto insieme a Luciana Bertinato il tuo sito. Complimenti! E ho visto Tinin e Giovanni Catti, cari amici. Accetto la collaborazione e spero dia buoni risultati. Il 9 settembre, dalle ore 9 alle 18, nella nostra sede di Drizzona terremo la terza giornata di studio sui libri per i bambini, con questo programma: Relazioni. Il Corriere dei piccoli va alla guerra (Yuri Meda). Libri della paura o del coraggio? (Mario Lodi). Libri belli (Roberto Lanterio). Ragazzi in biblioteca (Irina Gerosa). Gruppi di lavoro: Fare libri a scuola. Libri scritti dai bambini. I bambini giudicano i libri. Animazione del libro. Se potrai venire ci farai piacere. Di Federico Moroni ricordo il suo bellisimo libro, che non ho più: "Arte per nulla". Era un maestro che desideravo conoscere ma non mi è mai capitata l'occasione. E ora un consiglio: se puoi, torna alla scuola dell'infanzia: Cordiali saluti. Mario Lodi.

http://www.mariolodi.it


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