Friedrich Hundertwasser ovvero "quando la linea retta è atea"


In una società e in una scuola, basate sul mito della scienza e della perfezione, dire che “…la linea retta è atea” è come incamminarsi sulla strada dell’eresia. L’eretico che ha avuto il coraggio di affermare ciò, nel secolo della matematica e del razionalismo scientifico (aprendo a tutti noi gli occhi!) è Friedrich Stowasser, nato a Vienna nel 1928 e che dal 1950 assunse il nome di Friedensreich Hundertwasser. Nelle lingue slave il termine sto significa “cento”, wasser significa “acque” e friedensreich vuol dire “regno di pace”. In altri termini: regno di pace a cento acque. Più tardi si aggiunsero altri pseudonimi: “Dunkelbunt” (“policromo scuro”: perché era la concentrazione massima di un colore saturo) o “Regentag” (“giorno di pioggia”: perché i colori sotto pioggia risplendono maggiormente).
Fin da bambino Hundertwasser sviluppa una forte passione per l’arte. Frequenta per alcuni mesi la Wiener Akademie der bildenden Künste e assume le tecniche basilari del disegno figurativo e del nudo. Nei suoi numerosi viaggi studio in Italia, Francia, Spagna, Marocco e Tunisia acquisisce importanti stimoli per la sua crescita personale ed artistica, in particolare dai maestri: Schiele, Klimt, Gaudì, Klee e Kampmann. Presto scopre il linguaggio della serigrafia, con cui crea stampe a tiratura illimata. Negli anni 50 sviluppa una sua personalissima e inconfondibile forma d’arte: crea pitture, stampe, francobolli, manifesti, bandiere, scrive libri… Ma non solo: progetta singoli edifici in osmosi con la natura (mette alberi sui tetti delle case) e pensati come organi vitali. E poiché la vita non lineare, non è razionale, bensì colorata e multiforme riflette ed elabora l’idea che la linea retta è “atea” o “immorale”, poiché in natura non si trova, non esiste.
Diceva poi: “Dipingere è sognare. Quando dipingo, io sogno. Quando il sogno volge al termine, non mi ricordo più nulla di quello che ho sognato, ma il quadro resta. È la raccolta del sogno.” Sognatore, artista, ecologista e architetto: Hundertwasser concretizza questi quattro ambiti della sua vita (sintetizzati a parole nei suoi “manifesti” e nei suoi “appelli”) attraverso sue opere artistiche, ma soprattutto progettando e costruendo edifici: case, chiese, autogrill, terme, scuole, musei…
Anche il mio personale incontro, del tutto casuale, con l’opera e la filosofia di Hundertwasser, avviene attraverso un edificio. Di passaggio a Vienna, alcuni anni fa, mi imbatto nella Hundertwasserhaus (in italiano casa di Hundertwasser), un complesso di case popolari costruite su disegno dello stesso Hundertwasser. Si trova nel quartiere di Landstraße, a sud del centro città. Qui l'artista ha voluto “far vivere il piacere di abitare” agli inquilini dei circa cinquanta appartamenti dello stabile. Le linee dei muri sono morbide, non essendovi spigoli vivi, le facciate sono dipinte a colori vivaci e decorate con ceramiche colorate, in ogni terrazza vi sono giardini pensili che servono a portare il verde in ogni abitazione. Molti materiali utilizzati, come, ad esempio, le ceramiche delle decorazioni delle facciate, sono di recupero. Oggi la Hundertwasserhaus è una vera e propria attrazione turistica tant'è che sono sorti negozietti, bar, chioschi e caffetterie nelle immediate vicinanze. Perfino i servizi igienici sono in stile, infatti fanno parte delle “toilet of modern art” dove ceramiche decorative, fontane e colori sgargianti rendono allegro e piacevole anche questo ambiente.


il sito italiano su F. Hundertwasser


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